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PERCHE’ LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE PASSA IL SUO TEMPO A LAMENTARSI? 1° parte

COME CAMBIARE I NOSTRI “INCANTESIMI” PER GENERARE UNA VITA E RELAZIONI SODDISFACENTI


Prima di continuare il nostro percorso alla scoperta di come entrare in connection (connessione/empatia) con gli altri, apro una parentesi, su una vera e propria “abitudine” diffusa nella nostra società: lamentarsi.
La lamentela è legata ad un senso profondo di insoddisfazione, a volte così inconscio che le persone ne percepiscono solo la sensazione senza che le reali ragioni di tale stato siano razionalmente comprese (nel mio ruolo di coach insegno alle persone a superare questi stati).

Così lamentarsi diventa un’abitudine, ovvero un modo “naturale” di approcciarsi alla quotidianità della vita ripetendo pensieri (linguaggio interiore) che si palesano in parole (linguaggio verso gli altri) e azioni (che diventano comportamenti continuativi) in modo da attivare negli altri un senso di pena. Un modo che la “Vittima” mette in atto per agganciare il potenziale “Salvatore,” che sta nella persona che ha davanti: un modo efficace per manipolare gli altri!


Un altro motivo che scatena la lamentela è l’egocentrismo, quel bisogno di importanza (di cui ad una mia pubblicazione precedente), che è necessario soddisfare (naturalmente è il come che fa la differenza!).
L’egocentrismo genera MANCANZA DI EMPATIA: le persone sentono un profondo senso di ingiustizia per il fatto di non avere abbastanza dagli altri e quindi si lamentano.

Tutto questo descritto finora si autoalimenta, i pensieri innescano un “incantesimo” (negativo), che non fa altro che portare le persone a notare, evidenziare solo aspetti, azioni, parole che CONFERMANO le loro convinzioni (attivano un S.A.R./”radar” negativo), nutrendo in questo modo il loro “HAI VISTO, HO RAGIONE!” e quindi rafforzando pensieri depotenzianti e ovviamente la lamentela.

Frequentare persone che si lamentano può essere altrettanto debilitante: in presenza di un ambiente con individui che si lamentano o che chiacchierano senza un obiettivo positivo, “un orizzonte” concreto e potenziante si generano energie e vibrazioni negative che si ripercuotono su di noi.

“Le lamentele sono un buco nero nel quale l’energia di disperde” (Salvo Noé)

Le abitudini sono comportamenti automatici, ripetuti nel tempo, talmente radicati da esserne schiavi tanto da riprodurli senza consapevolezza. Le abitudini possono essere potenzianti o depotenzianti, e la lamentela e tutto quello che porta con sé, sono limitanti soprattutto perché impediscono alle persone di trovare nuovo strategie, soluzioni ed azioni.
La vittima dà la responsabilità di quello che accade all’esterno e quindi resta nell’impossibilità di prendere in mano la propria vita per superare l’ostacolo e ottenere un risultato diverso.

 

COME FARE QUINDI PER CAMBIARE LE ABITUDINI DEPOTENZIANTI?

Come fare per superare convinzioni e pensieri limitanti che condizionano la vita relazionale sia personale, che lavorativa?

>> Lamentarsi significa avere il focus (l’attenzione/i pensieri) rivolti alle cose che non funzionano, ovvero brontolare, compiangere e compiangersi, recriminare, accusare, disperarsi, aver sensi di colpa; tutte parole che generano stati d’animo negativi e demotivanti.

  • Pensa se ogni giorno una vocina ti ripete all’orecchio costantemente e insistentemente parole e frasi negative, che risultato puoi generare?
  • Come saranno l’espressione del tuo viso, la tua energia fisica e mentale, le tue azioni?
  • L’effetto sarà quello di imbruttirti dentro e fuori, generare insoddisfazione e demotivazione e sempre meno voglia di agire, influenzando contemporaneamente l’ambiente e le relazioni intorno a te!
  • Cosa ciascuno di noi può fare per cambiare il proprio “incantesimo depotenziante” (ognuno di noi ne ha pochi o tanti) in senso potenziante?

Ve lo svelo nel prossimo articolo....

Roberto Petruccelli   



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